domenica 17 novembre 2013

Nevica (lei)

Forse non lo dovevo invitare per il caffè. Chi beve un caffè alle 23.00? Va beh, ho fatto la figura di quella che ci sta, ma mi piace, sembra che si diverta a permettermi di gestire il gioco. Gioco in casa, siamo nella mia città, e lui sta come rispettando la mia autorità; nevica, fa freddo, chi cazzo ha mai visto nevicare l’11 ottobre, è bene che cammini veloce. In effetti non ho mai camminato così veloce, e stasera non fa eccezione, ma lui sembra voler rimanere indietro, chissà che sta guardando, il maialino che ho trovato, “ti piace quello che vedi?”, dio quanto vorrei chiederglielo.
Arrivo a casa ed apro il cancello, la corte la attraverso, questa volta sì, velocemente, non mi fa piacere che qualcuno si impicci nei fatti miei. Entro rapida, non gli rivolgo la parola, chiuda lui la porta, e speriamo non la sbatta. Devo salire solo all’ammezzato, ma non voglio correre, voglio che si goda la scena, e indugio sull’ultimo scalino; proprio non resisto e devo girarmi a guardarlo, devo vedere che effetto ho fatto…l’effetto che volevo.

Apro la porta facendo un po’ di casino con le chiavi ma alla fine sto portando un uomo nel mio spazio, e la cosa mi piace il giusto, entro e non faccio neanche in tempo ad accendere la luce che il ficcanaso è già entrato e butta lo sguardo di qua e di là, è qui che decido di aggredirlo, lo bacio mentre chiudo la porta alle sue spalle e poso le chiavi nella ciotola, cazzo non deve andare in giro a ficcanasare. Succede qualcosa di strano, il mio bacio voleva essere freddo, tattico, logistico, mi serviva per bloccarlo, e invece eccomi qui, un brivido mi sale, leggero, sulla schiena e il sangue mi abbandona le gambe, ho quasi paura di accasciarmi, ma che cazzo mi sta facendo questo qui. Mi scappa un sospiro incredibilmente lungo, e sento che se ne accorge benissimo, sta gongolando il maledetto, ha capito di avermi in qualche modo stregata. Lo porto sul divano e mi inginocchio accanto a lui, è basso, e anche da seduta voglio dominarlo. Continuo a baciarlo e non riesco a trattenerlo, non so come faccia a capire come voglio essere baciata ma non mi importa, devo toccarlo, ho bisogno di accarezzargli il collo, il viso, il petto; sospira, fa un respiro incredibilmente profondo, gli piace quello che succede, o forse si sta annoiando? So di essere lenta nel fare le cose, ma se trovo chi sa riempirlo, voglio godere di tutto il mio tempo, e questo stronzo ci riesce e non capisco come, così presto. E’ qui che mi passano le paranoie sul cosa gli stia piacendo o meno, finalmente mi mette la mano sul seno e non ha alcuna fretta, ma una decisione che mi toglie il respiro, mi prende forte per le braccia e mi alza, comincia ad usare la lingua, il suo bacio diventa profondo e in qualche modo sto perdendo il controllo della situazione, e non me ne frega poi così tanto, anche perché non pare prepotente, sembra quasi che ci si stia venendo incontro. Lo voglio sentire, la giacca gliel’ho già tolta, deve sparire quella camicia, voglio essere toccata, voglio essere spogliata, perché non lo fa? Gli sbottono la camicia, un bottone alla volta, non mi inceppo mai, i polsini li aveva già aperti lui. Butto la camicia da qualche parte e finalmente ne sento il calore. Mi palpa il seno destro e con la sua mano destra mi slaccia il reggiseno, sfila il vestitino subito dopo e capisco cosa stesse aspettando: le sue mani sono ancora un po’ fredde, peccato si sia posto questi problemi, dio quanto voglio le mani fredde di un uomo su di me.  Sembra decisamente contento di quello che ha trovato, e si premura subito di mostrarlo, mi bacia il seno, mi lecca il capezzolo sinistro e lo mordicchia leggermente, le sue mani scendono sul mio culo e finalmente lo stringono come volevo “la senti la palestra?”, ma perché oggi vorrei essere porca in questo modo così arrogante? Riesco a mordermi la lingua anche questa volta. Torna a baciarmi ed appoggiarsi a me, sento che è già bello duro e ho voglia di vederlo, ho voglia di averlo, mi sta lentamente abbassando i leggins e le coulotte che ho scelto oggi, muoviti dai, voglio spogliarti! Me li abbassa completamente, devo riuscire a togliermi gli stivali senza interrompere il flusso di ormoni…mai riuscito un capolavoro del genere: c’avrò messo 3 secondi, e so di essermi mossa alla grande. Gli slaccio quella maledetta cintura e sbottono i jeans. L’avevo già sentito da fuori, non voglio ancora scartare il mio regalo e gli lascio i boxer, ma adoro sentire quanto gli stia piacendo quello che sta succedendo. Basta, mi spoglio, speriamo faccia lo stesso, lo voglio dentro di me!Sono piuttosto brava a fare queste cose e anche lui si spoglia con un movimento solo, non si blocca, non si inceppa, massimo 3 secondi e sono completamente nuda davanti a lui, si è tenuto i boxer. Sei uno di quelli che vuole essere spogliato eh?! Benissimo, mi piace scartare i miei regali, gli abbasso i boxer e glielo prendo subito in mano, pulsa, è caldo, è duro, non ho alcun bisogno di riscaldarlo, ma un po’ ci voglio giocare lo stesso…Lascia scivolare i boxer e finalmente è nudo, mi diverto a torturarlo ma sto torturando me stessa, lo voglio dentro di me, mi sposto verso il divano ma mi prende di forza e si siede lui, vuole essere cavalcato eh!? Bene, mi piace il comando, mi è sempre piaciuto, mi siedo su di lui e vedo che non fa niente per trovare la strada giusta, vuole che lo faccia io; molto bene, lo prendo in mano e lo conduco dove voglio, sono già eccitata, so benissimo che il corpo non opporrà nessuna resistenza all’ospite, lo sento scivolare dentro di me, una sensazione di calore mi avvolge, non aspetto, non assaporo il momento, comincio subito a muovermi, lo voglio sentire più dentro, voglio sentire dove arriva, voglio guardarlo godere. Scelgo il mio ritmo, vado avanti e indietro col bacino, mi cinge i glutei con le mani, corregge alcuni movimenti, ok, non così indietro, ok, più su, come cazzo è possibile che io goda di più come mi ha spostato lui? Perché non riesco a sentirmi dominatrice ma solo una maledetta metà di un intero che sta funzionando come un meccanismo perfetto? Amo le mie tette, so quanto siano belle, gliele muovo a un centimetro dalla faccia, le deve cercare lui; non se lo fa neanche chiedere, prende subito il mio seno destro con la bocca, succhia il capezzolo, lo cinge con la bocca e gioca con la lingua, mi sta facendo impazzire; accelero il ritmo, voglio godere, voglio godere subito, devo venire, volevo torturare lui e sto torturando me stessa, mi aiuta con le mani sui glutei, mi sposta su e giù come vuole lui e continuo a non capire come cazzo faccia a farmi arrivare a questo orgasmo lui, scegliendo il ritmo per me, piuttosto che io scegliendolo da sola, eccolo, arriva, mi sento bruciare e poi ghiacciare, con un brivido mi accascio sulla sua spalla non sapendo neanche quanti santi ho invocato. Oddio questa cosa non può finire, non mi voglio neanche riposare, mi alzo e lo lascio sfilare fuori di me, lo voglio in camera, mi alzo, gli prendo la mano e lo porto dietro di me fino in camera. Mi sdraio sul retto, mi sto per rialzare, vorrei sentirlo in bocca ma mi sovrasta e mi bacia, scende subito a baciarmi sui seni, sulla pancia, e arriva dove speravo arrivasse, comincia a leccarmi con il piglio di chi ha deciso di farmi impazzire, eppure pare che faccia l’unica cosa che sembra essere giusta al momento, sembra come se non potesse non essere così, non ha cominciato neanche da 10 secondi e io già sto impazzendo. Perché questo maledetto mi capisce così, mi inarco leggermente e capisce di andare più profondo, lo cingo con le gambe e mette più vigore nella spinta di lingua, mi sento morire, questo qui mi farà impazzire tutta la sera, già mi arrivano i primi brividi, i primi scarti, continua costante nella sua tortura e io mi vergogno come una ladra a lasciarmi andare così, starò facendo una figuraccia ma mi viene spontaneo, lo prendo per i capelli, gli cingo la testa con le gambe, che non si sogni neanche di spostarsi da dove si trova, che non pensi di cambiare qualcosa, sto impazzendo, non riesco più a controllare gli spasmi del mio corpo, né quelli della mia lingua, non so neanche che cosa sto dicendo ma non è importante, non sono io che me ne fotto, è che non importa, sento questo momento come il perfetto funzionamento di una cosa sola; i miei spasmi sono diventati incontrollabili, sento quel calore spaventoso e quel brivido fortissimo sulla schiena, l’orgasmo arriva, tremo, mi alzo, non riesco neanche a stare sdraiata, mi aggrappo alla sua schiena per non cadere. La deve smettere e la smette, non lo reggerei ancora, ma lui è ancora lì, teso, duro e con chissà quali progetti in testa, ma sembrano gli stessi miei: lo voglio ancora dentro di me, non glielo chiedo, non glielo dico, non glielo faccio capire, mi spinge sul letto e subito mi penetra, fa un po’ di resistenza ora ma entra e scivola dentro quasi senza difficoltà, tutto sembra diventato un po’ più frenetico ora, i miei tempi flemmatici non so neanche dove siano finiti, sta facendo dentro e fuori facendomi impazzire, oddio che serata, chi se lo sarebbe aspettato, lo prendo per i glutei e lo tiro dentro di me, quando affonda voglio che arrivi fino in fondo, con le gambe gli cingo le sue, cazzo lo voglio sentire attaccato a me con ogni parte del mio corpo, ormai penso di avere la febbre a 45 gradi, non capisco più niente e non mi sento parte di questo mondo ma solo di qualcosa di perfettamente sincronico, di un unico grande orgasmo che ci unisce, comincia ad ansimare e lo sento sempre più rapido, io ormai non riesco neanche più a capire quanti e quali siano i miei orgasmi, so solo quanto sto godendo in questo momento ed è allora che esce da me e comincia a masturbarsi, in ginocchio sul letto, sta venendo, ma voglio essere io a farlo, lo prendo subito e lo masturbo, non ci metterò la bocca, ma lo voglio sentire addosso, voglio sentire quel caldo su di me, bastano pochi secondi per farlo venire, me lo stringo al seno e sento quella meravigliosa sensazione di calore che mi pervade, trema, si inarca, e alla fine mi crolla addosso. Dopo qualche secondo abbracciati mi bacia dolcemente e mi guarda, incrociamo lo sguardo, non diciamo niente, sappiamo già tutto; rimette la testa sulla mia spalla, cominciamo a giocare con le mani l’uno dell’altra, non ho idea di quanto tempo sia passato da quando l’ho conosciuto, da quando gli ho offerto il caffè, da quando ho chiuso la porta di casa, né quanto ne passerò così, abbracciato a lui, so per certo che la serata non è finita e che un’intesa del genere non si spegnerà con uno “ciao”. Ricominceremo tra un po’, quando non sarà il momento mio, o suo, quando sarà il nostro.

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